mercoledì 19 settembre 2012

L'odore del pane.

"Tutti i guai son guai, ma il guaio senza pane è il più grosso"

E di questi tempi, essendo abituata a scansare gli equivoci, ho imparato a sfornarlo il pane, quasi quotidianamente, almeno restano solo guai e non guai grossi! 

Mi diverte impastare, lo faccio da sempre, da quando nonna Rosa, per farmi trascorrere i pomeriggi invernali di bambina, mi ha insegnato tutti i suoi trucchi e le sue ricette..."ruba co l'occhie", mi diceva, e poi "un tantino de acqua", "un fricciolo d'olio", "lo zucchero a occhio" , "una manciata di farina"...e io li' a pesare, per ogni ricetta, tutte queste sue unità di misura piuttosto approssimative (solo per me, per lei erano più precise della bilancia) ...ed ora fortunatamente mi ritrovo con un quaderno pieno zeppo di ricette gustosissime e ricche, non solo di calorie e zucchero, ma di tantissimi ricordi che al solo pensiero mi fanno sorridere, di un sorriso tenero, quasi lo stesso che avevo da bambina.

Ma qualcosa del mio ora ce l'ho aggiunto, e per l'appunto il pane. 

Non lo avevo mai fatto, l'idea di provarci la allontanavo con forza: troppo difficile, troppo lungo, troppo complicato... Il pane è pane e va rispettato. 

Pero' non potevo restare con questo dubbio, e visto che la "disoccupazione m'ha dato in testa", mi son detta: almeno posso dire di averci provato...come con i bignè di san Giuseppe che tra altre cose sono venuti "mpecialissimi"! 

E infatti è andata, ormai ho sfornato pagnotte, filoni, panini....e non sono per fermarmi....e lo faccio soprattutto per l'odore, quell'odore di sano, di genuino, di buono...di pane insomma!









2 commenti:

  1. l'odore del pane mette serenità, ti fa capire che le cose essenziali della vita
    sono pochissime e che solo
    per quelle poche vale
    la pena penare! Un abbraccio, Guido.

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  2. BE' LEGGENDO MI E' SEMBRATO CHE L'ODORE DEL PANE ARRIVASSE FINO A QUI.
    PENSA QUANDO ERO PICCOLO VIVEVO IN UNA CASA QUI A ROMA A 5 METRI DA UN FORNO, OGNI MATTINA UN VECCHIETTO VENIVA A COMPRARE IL PANE E LASCIAVA UNA ROSETTA BOLLENTE IN MACCHINA PER RIEMPIRLA DI PROFUMO DI PANE CALDO, UNA SORTA DI ARBRE MAGIQUE ARTIGIANALE.
    UN ABBRACCIO.

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